martedì 12 febbraio 2013

A Roma col Papa, anzi due.


In Italia si dice "ogni morte di papa", per indicare un evento che si verifica assai di rado. Eppure c'è un caso ancora più clamoroso della morte di un Papa: le sue dimissioni. A questo, ammetto, non eravamo preparati e, temo, non lo è neanche la nostra lingua, che non prevede espressioni a riguardo... Ed io, che oramai di papi morire ne ho visti già tre, di cui l'ultimo praticamente in diretta, ed ora assisto anche alla prima dimissione dopo secoli, devo essere ben più vecchia di quello che mi sento di essere! 
Ma come ha reagito la Città Eterna, la Città dei Papi, a questa notizia che in pochissimi minuti ha fatto il giro del mondo grazie a twitter? Alle polemiche, ai dubbi nei fedeli, alle domande rimaste senza risposta? Roma ha reagito come solo poteva reagire, come sempre: sonnecchiando nella fredda mattinata invernale, le cupole barocche hanno continuato ad affacciarsi sui tetti e sulle terrazze appena baciate da un timido sole, il Tevere ha continuato a scorrere le sue acque torbide sotto i ponti vecchi di secoli e ad offrire cibo ai gabbiani avidi, i pini hanno continuato a vegliare sui viali e sui giardini gelati in trepida attesa della primavera, le fontane a zampillare acqua sulle loro schiene nude, sulle code squamose, sui capelli di marmo e muschio, sui cavalloni marini di spuma immobile. Chissà se gli angeli di marmo e delle cappelle affrescate hanno commentato la notizia passandola da una nuvola all'altra? Se le statue di Michelangelo hanno finalmente mostrato un tremito nelle loro vene che sembrano pulsare? Se le madonne delle icone agli angoli dei palazzi hanno per un attimo smesso di pregare in risposta alle offerte di fiori e ceri, ed hanno posato il loro sguardo sulle misere vicende degli uomini e del mondo? Chissà se l'Angelo del Castello ha levato gli occhi al cielo e suonato la sua tromba di bronzo per chiedere ancora, per noi, l'attenzione dell'Altissimo, ora che la Terra, di nuovo, è rimasta senza la Sua guida?
Ma con il suo Papa, senza il Papa o con due Papi, che sia bianco o nero, che parli in un italiano corretto o stentato, Roma prosegue immutata il suo cammino nella storia. Roma è la Storia. Una città nata secoli prima della Chiesa cattolica, una città che ha visto avvicendarsi pastori, Re ed Imperatori, che ha visto nascere il primo Senato ed i primi Tribunali del mondo, che ha consacrato il primo Papa Pietro per poi bagnarsi del sangue di migliaia di cristiani, una città che ha osannato Michelangelo e Raffaello e mandato al rogo eretici e scienziati, una città i cui ciottoli sono stati calpestati da milioni di pellegrini, soldati, artisti, cavalli, principi, mendicanti, una città così, davanti a una qualunque azione di un uomo, piccolo o grande che sia, Papa o carbonaro, come può reagire, se non sorridendo, mostrandosi ancora più grande? 

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